L'assegno di mantenimento e quello divorzile  rappresentano un tema spinoso su cui giornalmente si scontrano,  purtroppo, decine di famiglie italiane nelle aule  di Tribunale. 

 
Ancor più problematica diventa la questione  allorquando un coniuge, in costanza di matrimonio, ha fatto la bella  vita, traendo beneficio dagli introiti del partner, e poi, in caso di  separazione, pretende di mantenere un adeguato tenore di vita.

 
Da sempre abbiamo sostenuto che un tale  orientamento, oltre che ad essere moralmente scorretto, assume connotati  a dir poco paradossali e ci siamo sempre scagliati contro le  ingiustizie sperequative del nostro diritto di famiglia, che spesso non  rende giustizia alla verità. Ad onor del vero, la crociata contro  mantenute e mantenuti ha iniziato a fare breccia nelle coscienze della  Giurisprudenza di merito e, di recente, anche in quella di legittimità.  Ed invero, una recentissima sentenza della Suprema Corte ha ribadito un  principio che aveva già trovato applicazione negli anni passati, e cioè  che Perde il diritto all'assegno divorzile chi, in costanza di  matrimonio, sceglie di fare la bella vita, rinunciando alla carriera  nonostante la colf che bada a casa e figli (Cass. 18697/2022). la  ragione di tale decisione si basa, infatti sulla natura dell'assegno  divorziale, che presuppone l'inadeguatezza dei mezzi o comunque  l'impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive (…).  Tanto  premesso, e come già sottolineato in passato (Cass. 11504/2017),  l'indagine sull'an debeatur dell'assegno divorzile in favore del  coniuge richiedente non va ancorata al criterio del tenore di vita  goduto in costanza di matrimonio ma quello dell'autosufficienza  economica, ma alla luce del contributo fornito alla creazione e  all'incremento del patrimonio familiare. Pertanto, chi ha fatto la bella  vita a casa senza nemmeno occuparsi dei figli e della casa (compiti,  questi, affidati alla colf), nulla ha fatto per la creazione del  patrimonio e nulla deve avere in caso di divorzio. 

 
Un passo avanti verso un diritto di famiglia più umano e più rispettoso della proprietà privata.

Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo

MATRIMONIALISTA - DIVORZISTA - CURATORE SPECIALE DEL MINORE